martedì 30 gennaio 2007

Fratelli Broche

Samuel Pitzalis e Mauro Murgano
presentano
“I Broche con un feto da eliminare”
performance estrapolata da uno spettacolo work in progress

Venerdì 16 febbraio 2007
ore 21.00
Lab.PAZ>Rimini

Mercoledì 31 gennaio 2007
ore 21.00
Lab.AQ16>Reggio Emilia

Il progetto che la Fratelli Broche factory propone è uno studio con le caratteristiche di performance, estrapolato da uno spettacolo che è un work-in-progress.
“I Broche con un feto da eliminare" è uno spettacolo che tecnicamente prende forza dalle discipline di danza, acrobatica, canto e mimo.
L’atmosfera viene dettata da sonorità, video, fermi-immagine e azioni iper-didascaliche. L’estetica che confeziona lo show è espressionista e iper-realista. Usa forma e stili kitsch. In un crescendo di narrazione dettata dai movimenti, l’immagine predomina in ogni istante della scena.
Lo spazio è effettivamente vuoto ma appare pieno. Lo spazio è vuoto per garantire la libertà di movimento che diventa anche oggetto. Anche se la narrazione galoppa nel tempo scenico, in realtà sembra il simbolismo ad avere la meglio. Lo stile appena descritto è la forma che i Broche assumono per portare in scena la loro idea di falsa innocenza. Vogliono smascherare l’indole buona dell’uomo dettata dalle consuetudini sociali e per fare questo usano la falsa innocenza del bambino, inteso come piccolo uomo. Per non equivocare il concetto diciamo che: il bambino ha un istinto proprio che è buono o cattivo dettato dalle circostanze. L’essere umano adulto tende invece ad avere un’indole costruita su costrizioni sociali buoniste. Ma noi siamo per considerare l’uomo Santo come essere colmo di malvagità e che incarna l’estrema bontà perché riesce a vincere la malvagità di cui è pregno e quindi ne diventa una vittima innocente e perdonabile per le sue azioni malvagie. Il bambino rimane quindi nella sua accezione di innocente un essere buono e cattivo ma tendenzialmente aggressivo. Da ciò ne deduciamo che se svincolato da un’istruzione e un condizionamento civile egli esprimerà in egual modo bontà e cattiveria senza ipocrisia, ma la sua tendenza all’aggressività lo porterà comunque a rimanere bambino-bestia. Da qui lo spettacolo trae spunto per analizzare i condizionamenti delle religioni sulla crescita delle vecchie e nuove generazioni. “D’altronde il battesimo non serve a rinsavire l’uomo-bestia? ”

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