domenica 21 gennaio 2007

L’arte autogestita che si merita i finanziamenti

da Il Domani di Bologna del 13 gennaio'07
Molto contemporanea, molto autogestita. È la rassegna Vagando di arte in arte nata all’interno di tre spazi sociali, il Tpo di Bologna e i laboratori Aq16 di Reggio Emilia e Paz di Rimini, e che andrà in scena in questi tre luoghi da mercoledì 17 al 7 marzo.

Ideata da gruppi informali di giovani in spazi o tuttora occupati o con convenzioni in via di definizione con le rispettive amministrazioni locali (come è il caso del Tpo), il cartellone di appuntamenti, 18 in tutto, vuole dare spazio alla cultura cosiddetta “altra”, sperimentale, e che con il suo linguaggio borderline è in grado di intrecciare teatro, musica e scrittura. Ma anche installazioni, fotografia, architettura e video. L’obiettivo è quello di accendere i riflettori
su artisti emergenti e anche di offrire una proposta anticonvenzionale, più vicina alle nuove generazioni.

Non a caso la parola d’ordine che si vogliono dare gli organizzatori è precarietà, quella che attraversa il lavoro, ma anche l’amore, l’elettronica, il carcere e la guerra. Naturalmente per far circuitare negli spazi di tre province diverse i propri lavori e per creare una rete regionale che continui ad agire anche in futuro, erano necessari dei nomi di punta. Primi fra tutti, i Motus che oltretutto - come sottolinea il fondatore Enrico Casagrande - con questa rassegna festeggiano
i dieci anni dalla loro prima volta al Tpo, quando ancora il teatro polivalente occupato aveva casa
in via Irnerio, proprio nell’area che oggi è dell’Accademiadelle Belle Arti. I Motus non si daranno al teatro, come stanno facendo in questi giorni a Teatri di Vita, ma daranno prova di una loro attività artistica parallela fatta di istallazioni e video. Come tutti gli artisti in rassegna, i Motus
presenteranno tre lavori differenti: sabato 27 e domenica 28 (dalle 15 alle 24) saranno al Tpo con Room, un’installazione di Casagrande e Daniela Nicolò: una stanza d’albergo fatta di schermi, registrazioni video e riprese come tappa finale di un progetto presentato per la prima volta nel 2004.

Un altro nome di grande richiamo è quello di Massimo Zamboni, compositore e scrittore tra i fondatori dei Cccp e poi dei Csi, che giovedì 1 febbraio alle 21 presenterà una performance
live con il soprano Marina Parente durante la quale ci saranno anche brevi incursioni dell’autore sulla sua ultima pubblicazione, Il mio primo dopo guerra.

E poi i nomi di due scrittori: il veneto Marco Mancassola con il suo terzo libro edito da Mondadori, Last love parade - Storia della cultura dance, della musica elettronica e dei miei anni (giovedì 18 gennaio alle 21, primo appuntamento bolognese) su una selezione di brani scelti dai due musicisti elettronici Sergio Bertin e Giacomo Garavelloni, in arte Superwow! e il giornalista Michele Marziani che racconta il libro fotografico (gli scatti sono di Davide Dutto) e il ricettario Il gambero nero. Ricette dal carcere (DeriveApprodi, al Tpo domenica 21 gennaio alle 21).

Gli emergenti sono invece i tre gruppi “residenti” dei tre luoghi che promuovono Vagando di arte in arte, i Fratelli Broche, formatisi al Tpo ma che si esibiranno solo a Rimini (il 16 febbraio alle 21) e a Reggio Emilia (il 31 gennaio alle 21); LeMeleAgre di Rimini (hanno vinto diversi premi al Mei, il meeting delle etichette indipendenti) che saranno in concerto al Tpo il 23 febbraio alle 21
e i Mammalucchi di Reggio Emilia che il 7 marzo, a chiusura della rassegna, presenteranno lo spettacolo teatrale Grido silenzioso, liberamente tratto dal libro di Svetlana Aleksievic e dai racconti delle donne di Caffé Babele, Preghiera per Chernobyl.

di Alessandra Testa